Before the flood

Il Pentagono ritiene che si tratti di un problema di sicurezza nazionale. Si scatenerebbe una guerra tra popoli per accaparrarsi le risorse e quindi è in gioco la sicurezza del Paese.
Barack Obama

Abbiamo sognato di poter essere tra le sue braccia, con il vento tra i capelli mentre il Titanic solca le profonde acque blu; di combattere la fame e il freddo passo a passo con lui nella speranza di poter rivendicare la morte del figlio tanto amato; di essere la sua Giulietta o ancora di seguirlo nella sua missione di ricerca della verità tra le impervie strade di Shutter Island: e allora perchè non accompagnarlo anche nel suo viaggio alla scoperta degli effetti del Global Warming? Leonardo di Caprio, con il documentario “Before the flood” vuole infatti approfittare di quella notorietà costruitasi anno dopo anno, per portare i suoi spettatori a vedere qualcosa che è spettacolare e drammatico al pari delle storie raccontate nei suoi film, ma che, purtroppo per il genere umano, è un pericolo tangibile e presente anche nel momento in cui le telecamere vengono spente.

L’attore racconta di come è da sempre stato un ambientalista, fin dai primi dibatti contro le industrie petrolifere causa la loro implicazione con il riscaldamento globale, e come questo lo ha anche reso vittima di ironia da parte dei media in un periodo in cui le prove scientifiche dell’effettiva esistenza del Global Warming non erano così schiaccianti. Per la sua dedizione alla causa però, si è fatto facilmente scivolare addosso i commenti scettici dei giornalisti e ha realizzato “Before the flood” venendo premiato per il suo impegno con il ruolo di ambasciatore delegato dell’ONU contro i cambiamenti climatici.

Non è difficile lasciarsi catturare dalle immagini e dalle rivelazioni del documentario, sia per la scelta degli argomenti e dei luoghi così vicini a noi, sia perchè alla fine Leonardo non è un esperto, e in un contesto come questo somiglia più a noi che alla comunità scientifica. E’ anche lui un’ambientalista preoccupato per il futuro del Pianeta; non più un attore, ma un osservatore, un curioso e la fame di verità dello spettatore cresce assieme alla sua.

Sembra la terra di Mordor.
Leonardo di Caprio, parlando di una miniera di estrazione di sabbia bituminosa

Le sue visite comprendono realtà in lungo in largo. Si parla quindi di Amazzonia e di quella che può essere riassunta come la distruzione degli ecosistemi che contribuiscono alla vera e propria stabilizzazione del clima, ma anche dei fiumi in piena e delle forti e devastanti piogge in India che devastano campi e coltivazioni su cui migliaia di persone fanno riferimento per sostentamento e guadagno. Si passa poi alla Groenlandia per documentare lo scioglimento dei ghiacciai e alla più vicina Florida. Questo è il modo con cui l’attore vuole sottolineare che per i cambiamenti climatici non c’è posto in cui nascondersi, non c’è isola che possa considerarsi esonerata dal risolvere il problema.

L’oceano non è nè reppublicano nè democratico, eppure sa bene come alzarsi.
Philip Levine, Sindaco di Miami Beach

Leonardo però non si focalizza solo su i danni ma anche sulle ideee innovative a cui si sta lavorando per risolvere il problema, ed è per questo che infatti sono incluse visite alla Danimaca (100% sostenibile) e alla Gigafactory della Tesla, con un’intervista al volto del trasporto elettrico numero uno: Elon Musk. Un documentario che vince su tutto e che, raccontando gli sforzi e la testimonianza di Obama sul raggiungimento dell’accordo di Parigi sul Clima, si fa testimone stesso della differenza tra un capo che fa ciò che è nel bene di tutti e uno che invece, grazie al passaggio di testimone, fa gli interessi di pochi. “Before the flood” deve essere per un ambientalista, ciò che è “Star Wars” per i fan di sci-fi.